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"I suranom" (I soprannomi)”
È oramai noto che, anticamente, non esistevano i cognomi, detti anche nomi di famiglia e decretati solamente dal concilio di Trento. nel 16 secolo per mettere un po' di ordine nelle registrazioni dell'anagrafe.
Fino ad allora, per differenziare i vari Giacomo, Giovanni, Maria, Domenica, ecc. si aggiungeva al nome di battesimo un "aggettivo qualificativo" che cercava di far capire le origini caratteristiche di chi si parlava.
A Sant’Antonino, fin verso la metà del secolo scorso, e anche dopo, solevasi ricordare sempre ed usare il sopranome, familiarmente, in barba ai dettami saggi del Concilio.
Si usavano: "el Tunin di mocc" (= l'Antonio figlio del monco; quest'ultimo aveva perso una mano in un incidente), "el Carlascia" (un tale Carlo Bassi, irruente e comando io), "el Menigun" (un omaccione buono di nome Domenico Bassi che fu sindaco per molti anni), "el mapöo" (Severo Bassi, fratello di Domenico e più inflessibile), "la cicheta" (imparentata con Francesco: Lodovina Richina nata Nonella ma anche sua sorella Teresa), il secondo cugino "cicun (discendente da un qualche "Francescone Nonella, Flavio), "el sindich vecc" (il sindaco vecchio, Giulio Bognuda), "la caretina" (Lucia Bassi nata Nonnella, figlia del "careta"), "la bofa crüsca" (così piccola che la soffiava via il vento), "la traita" (non si sa perchè), e così via.


Ricordiamo alcuni soprannomi di famiglia, in ordine sparso, appartengono:

  • alle famiglie Barboni : "i Re" (forse perchè tutti piccolini come lo scricciolo, "el re di scees"), “i sburöcc”, "i Gep" (discendenti di Giuseppe Barboni), "la Tapina" (non si sa perchè), “i Panciau”, “la gnavin”,
  • alle famiglie Bassi : "el Carlascia" (cattivello), "el Menigun" (bonaccione), “el Mapöo” (testardo), "el Siliu" (Silvio), "el Sachett" (da sacco) "el Cech" (il Francesco, "antico cancelliere del comune"), “el saldu”, “el mocc”,
  • alle famiglie Bognuda appartenevano "i Ludri" (perchè arrivati da Lodrino"), "i Cerin" (facili da accendere come i cerini), "i Burlina", "el Cuc" ed "el Petech", “el Menigasc”,
  • alle famiglie Greppi : "i Pili", "i Barlata", "el Budèla", "el Purigut" (tornato dalla California ripeteva in continuazione "purry good" = molto bene),
  • alla famiglia Nonella appartenevano parecchi sopranomi derivati da Francesco: "el Checc e la Chicheta, i Cicun e i Cichitt", "el Carèta", “la Caretina”, “l’Urbina” (perchè ceca),
  • Alle famiglie Pedrelli : "la Capet", "el rangia mascnin", “el Pedrelöo", “el cinc ghei”, “i caga föög”, “i busard”, “la puscisiora”,
  • alle famiglie Pronini : “i loca”,
  • alle famiglie Stornetta : "i Mogn" (non si sa perchè), "i Besögn" (forse per bisogno), "i Buti" ed "i Butera", "i Migliaia" (il capostipite era un Emilio), "i Pescta" ed "i Pesctin", "el Micheta" (Amilcare) e "el Baretöla" (Pietro), "i Bunzaga", “i sciuscoo

Inoltre troviamo "la Carpöt e la Carputina", "el Crüsca", “la Pancot”, “la bofacrüsca”, “el sbüga”, "el Baciocc", “el Bagatt”, “el Merluzz”, “el puntacaga”, “el Paniscia”, .....


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