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"La Carà scüra"

Oggi, via Cimitero è una comoda via asfaltata che porta dalla Chiesa al Cimitero, ma fin dopo la metà del secolo scorso, era la "carà scüra", via principale che, dal paese, portava verso i campi del piano. Abbastanza larga da permettere il passo ai carri trainati dai buoi, ma "scüra cuma in boca" (oscura come dentro una bocca chiusa).
Il cimitero, che prima delle innovazioni napoleoniche si trovava sul terreno attorno alla chiesa recintato da un grosso muro tutt'ora esistente e che conserva il nome "sementeri", forse era anche troppo piccolo, venne spostato proprio si trova ora, su un terreno donato alla comunità dai genitori della "pora Carain" (defunta cara Maria Barboni) la stessa che, morta senza discendenza, lasciò buona parte dei suoi beni alla comunità.
Ma la via per accedere al cimitero era un vero susseguirsi di buche e pozzanghere

Si racconta che, verso il 1890, la comunità parrocchiale decise di por fine “ai scarpüsc” e di stendere un acciottolato su quell’importantissima via.
Fu così che, sotto la direzione tecnica del parroco e quella pratica del "mapöo" (Severo Bassi), subito dopo la messa domenicale (celebrata celermente per aver più tempo a disposizione), liberati dall'osservare il riposo festivo come altrimenti sarebbe stato consuetudine inderogabile, tutti i maschi prestavan man forte per fare l’acciottolato, "el riciöo", utilizzando sassi tondeggianti raccolti sul greto di ruscelli; l'opera si completò con la costruzione di due muri a secco che sostenevano la terra delle piccole vigne o orti ai lati della "carà".
Ricordiamo ancora con nostalgia quella viuzza con una fila di gelsi al lato.

L'opera terminata piacque a tutti perchè si estesero poi i lavori ad altre strade (via Chiesa e via Paese, Matro, ecc.) e la pavimentazione si poteva vedere ancora fin verso il 1970.

 


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